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Trento, 27 settembre 2023
RICHIESTA DELLE MINORANZE
DI COMUNICAZIONE DA PARTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE
SULLA CIRCONVALLAZIONE FERROVIARIA DI TRENTO

INTERVENTO IN CONSIGLIO PROVINCIALE
della Consigliera Lucia Coppola
Gruppo consiliare Misto/Europa Verde

Il tema dei temi, che sostanzia la richiesta che, come Minoranze, abbiamo ritenuto di fare al Presidente Fugatti sullo stato dell’arte di questa grande opera, è che nonostante la pericolosità per la città di Trento del progetto di By Pass ferroviario, così come è stato concepito, si prosegue imperterriti senza in realtà dare risposte ai quesiti sollevati dai comitati dei cittadini e dalle forze politiche, in particolare sulla questione della sicurezza.

L’opera progettata è risultata da subito estremamente problematica. Intanto non è vero che libererà la città dal traffico ferroviario merci. Ne libererà solo una parte, da piazza General Cantore a Mattarello. Fino a via Malvasia la città subirà un pesante intervento con la realizzazione di una trincea (una galleria a cielo aperto), che dalle Tre torri della PAT porterà a via Malvasia e consentirà alla linea ferroviaria di abbassarsi di circa 10 metri. A quel punto, abbiamo assistito alla demolizione degli edifici, inizierà la galleria vera e propria che entrerà nella fragile roccia di via Pietrastretta.

Gli edifici di via Pietrastretta, via Cervara, via de Campi, San Donà per alcuni anni saranno comunque interessati dal rumore e dalle vibrazioni provocate dai lavori, dalle polveri e avranno una qualità di vita molto problematica. Le due gallerie passeranno sotto l'alveo del Fersina e del Salè e affronteranno il fragile equilibrio geologico della Marzola, una montagna imbevuta di acqua, con decine di sorgenti e una paleofrana in continuo movimento. Le gallerie si affacceranno infine a sud di Mattarello, in località Acquaviva (il nome dice tutto) e il percorso ferroviario sottrarrà ulteriore terreno alla sua vocazione agricola.

A questo proposito preme ricordare l’esposto dei No Tav sulla possibilità di trasformare 7,5 ettari di bosco in vigneto. Accordo sottoscritto dalla Provincia Autonoma di Trento, dal Comune di Trento e dalla Acquaviva società Agricola S.r.l. dove l’articolo 2 impegnerebbe il Comune di Trento a sottoscrivere con RFI la realizzazione della strada di accesso all’area individuata. In pratica Provincia e Comune garantiscono il cambio di destinazione d’uso dell’area da bosco ad area agricola di pregio. Si vedranno trasformati 7,5 ettari di bosco, decuplicandone l’attuale valore economico, e la società incasserà da RFI i terreni espropriati a 170 mila euro a ettaro e pure il ristoro economico relativo al deposito di almeno 300 mila metri cubi di smarino, prodotti dallo scavo delle gallerie. Assisteremo a un paesaggio di dune altissime ma non saremo nel Sahara. Espropriati saranno anche 50 ettari di vigneto.

Uno scempio inimmaginabile in una zona di grande bellezza che da sempre caratterizza il paesaggio intorno a Mattarello.

RFI continua ad assicurare che non c’è alcun pericolo per le 220 sorgenti catalogate della Marzola. Lo aveva assicurato a suo tempo anche agli abitanti del Mugello prima di distruggerne il sistema idrico, per realizzare l’alta velocità Bologna-Firenze. Vogliamo provarci anche noi?

Ma la cosa che, nell’immediato, più preoccupa è l’attraversamento in trincea del Sito inquinato di interesse nazionale costituito dai terreni degli stabilimenti ex Carbochimica ed ex Sloi, e in particolare di quest'ultimo: questione su cui abbiamo investito, assieme ad altri, la Procura della Repubblica di Trento.

Sembra che delle 180 tonnellate di piombo che si trovano nei terreni ex Sloi non si possa parlare. Ci si è dimenticati forse delle decine di operai avvelenati e di quelli morti a causa del piombo tetraetile, della drammatica notte del 14 luglio 1978, quando tutti gli abitanti di questa città rischiarono di morire per l'incendio dei fusti di sodio? Cosa sarebbe successo se l'incendio avesse raggiunto i depositi di piombo tetraetile, una delle sostanze più velenose esistenti al mondo? Grazie ai vigili del fuoco si riuscì a far coprire i fusti di sodio con il cemento portato dalle betoniere direttamente dall’Italcementi ed evitare la catastrofe.

Noi abbiamo purtroppo amministrazioni che abdicano al loro potere-dovere di regia delle operazioni di disinquinamento e le delegano a RFI che, come abbiamo visto in passato, non dà certezze sulla capacità di operare in sicurezza. Abbiamo visto che i progetti di realizzazione della trincea non tengono conto del pericolo delle aree inquinate.

La Rete dei Cittadini ha presentato un progetto che, ricalcando il progetto originario di RFI, prevedeva la realizzazione del bypass ferroviario sulla destra Adige. Qualcuno ha sostenuto che il percorso andrebbe ad interferire con due aree classificate biotopo, alla Vela e a Nomi e con terreni agricoli di pregio. Ma quelli della Destra Adige valgono di più di quelli della Sinistra Adige? Al di là che la circostanza non è esatta, anche fosse vera, la tutela della salute delle persone che abitano la città, dei residenti della collina, dei bambini e delle bambine di Trento sono prioritarie.

Vogliamo parlare degli idrocarburi prodotti dall’inquinanti dell’ex Carbochimica, finiti nell’indagine della Procura di Trento? Oli e catrami scaricati e finiti in profondità, trasportati chissà dove dalle rogge e dalle falde. È già in atto un disastro che era stato ampiamente annunciato, ma si procede sereni suonando l’orchestrina come sul Titanic. Tutto va bene. Ignari delle prescrizioni, di avere a che fare con dei Sin, luoghi sui quali l’attenzione deve essere massima, del fatto che prima di ogni decisione si dovevano fare analisi accurate e caratterizzazioni del sottosuolo.

Ostinatamente convinti che quella fosse e sia la cosa giusta da fare.

Come definire tutto ciò? Francamente mi mancano le parole. Superficialità, incapacità di leggere il territorio, di pianificare e progettare soluzioni adeguate, scarsissima attenzione alla salute dei cittadini. Mi fermo qui, molto altro ci sarebbe da dire.

 

      Lucia Coppola

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